🟨"Scarsità di Bitcoin: il mercato sotto pressione"

Giorno: 25 giugno 2025 | Ora: 17:39 La scarsità del Bitcoin è evidente: il 93% è già estratto e il 70% è in cold storage, riducendo la liquidità. La domanda istituzionale cresce, alimentata da ETF e aziende, mentre la concentrazione della proprietà solleva preoccupazioni. Potrebbe emergere una crisi di liquidità se l'offerta scarseggia sugli exchange, portando a volatilità dei prezzi e a un ciclo di feedback crescente.
La scarsità del Bitcoin sta diventando una realtà di mercato, con il 93% di tutte le monete già estratte. La riduzione delle ricompense per i miner, avvenuta durante il quarto halving ad aprile, ha portato a un minor numero di nuovi Bitcoin in circolazione. Contemporaneamente, una crescente percentuale di Bitcoin è bloccata in cold storage o ritenuta perduta, con circa il 70% della fornitura che non si muove da almeno un anno, segnalando una diminuzione della liquidità.
La domanda crescente da parte di fondi ETF, aziende pubbliche e fondi sovrani contribuisce a un mercato sempre più teso, con preoccupazioni per un possibile shock dell'offerta. Questo scenario potrebbe portare a movimenti di prezzo significativi, poiché la disponibilità di Bitcoin sugli exchange scarseggia.
Michael Saylor, presidente esecutivo di Strategy, ha trasformato la sua azienda in un grande veicolo di accumulo di Bitcoin, detenendo oltre il 2,75% dell'intera fornitura. Questo approccio aggressivo alimenta il timore di una crisi dell'offerta, poiché la diminuzione dei Bitcoin disponibili sugli exchange provoca una minore liquidità, specialmente per i nuovi investitori.
Il passaggio del Bitcoin da un asset speculativo a uno di livello istituzionale è evidente, con ETF che aprono nuove opportunità per fondi pensione e banche. La domanda istituzionale ha portato a flussi significativi di investimenti, contribuendo a un'ulteriore riduzione dell'offerta disponibile.
Il ciclo di halving del Bitcoin, che si verifica ogni quattro anni, ha ridotto le ricompense per i miner, limitando l'ingresso di nuove monete nel mercato. Tuttavia, alcuni attori ora controllano una grande parte del Bitcoin, suscitando preoccupazioni riguardo alla concentrazione della proprietà, che sfida il principio di decentralizzazione originale.
Nonostante non ci sia il rischio che il Bitcoin "finisca", una crisi di liquidità potrebbe verificarsi se una parte significativa dell'offerta è detenuta offline, rendendo il trading inefficiente. I dati onchain mostrano che i saldi sugli exchange sono ai livelli più bassi da anni, il che potrebbe portare a una maggiore volatilità dei prezzi.
Nel 2025, non ci sarà un momento esplosivo in cui il Bitcoin "finisce", ma si sta già manifestando una lenta pressione sull'offerta. Se la domanda continua a crescere, la scarsità limitata del Bitcoin potrebbe generare un ciclo di feedback di aumento dei prezzi e ulteriore domanda.