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Giorno: 12 novembre 2024 | Ora: 15:12

Il Futuro della Politica Climatico-Energetica negli Stati Uniti

Con l'elezione di Donald Trump come presidente, è probabile che molte delle politiche del presidente in carica Joe Biden, in particolare quelle relative al clima, vengano ribaltate. Questo articolo esplorerà le implicazioni di queste possibili modifiche, in particolare in relazione agli accordi internazionali e all'industria energetica.

Il Ritorno di Trump e il Futuro del Protocollo di Parigi

Durante il suo primo mandato, Trump aveva già ritirato gli Stati Uniti dal Protocollo di Parigi. Sebbene Biden sia rapidamente tornato a far parte dell'accordo, ci sono già segnalazioni che Trump sia pronto a uscire nuovamente, sostenendo attivamente l'industria dei combustibili fossili. Secondo il Protocollo di Parigi, i paesi firmatari si sono impegnati a limitare l'aumento della temperatura globale a non più di 2 gradi Celsius rispetto ai livelli pre-industriali, cercando di mantenere l'incremento sotto 1,5 gradi.

Le Opinioni di ExxonMobil e dei Leader del Settore Energetico

Come uno dei maggiori attori energetici degli Stati Uniti, ExxonMobil potrebbe trarre vantaggio dalle politiche energetiche di Trump. Tuttavia, il CEO Darren Woods ha espresso l'opinione che non sarebbe saggio per Trump ritirare nuovamente gli Stati Uniti dal Protocollo di Parigi. Woods, partecipando alla 29ª Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29) in Azerbaigian, ha dichiarato che l'instabilità delle politiche a causa dei cambi di governo è dannosa per le aziende.

Le Relazioni tra Trump ed ExxonMobil

Secondo fonti, durante il suo primo mandato, Trump aveva messo in discussione la lealtà di ExxonMobil, poiché alcuni dirigenti dell'azienda non supportavano sempre le sue politiche. Nonostante ciò, ExxonMobil afferma di aver mantenuto una relazione produttiva con l'ex presidente. È interessante notare che il precedente CEO Rex Tillerson, dopo essersi ritirato dalla compagnia, è stato nominato Segretario di Stato da Trump, ma le loro differenze hanno portato a un'immediata rottura, con Tillerson che è stato licenziato, diventando il primo Segretario di Stato degli Stati Uniti a subire un licenziamento dal presidente dal 1945.

Le Divisioni nell'Industria Energetica

Secondo l'analista energetico Paul Sankey, è paradossale che le grandi compagnie petrolifere non supportino le politiche energetiche di Trump, e nemmeno i loro azionisti, poiché queste aziende hanno investito per ridurre le emissioni e sono contrarie a cambiamenti normativi. Le divisioni all'interno dell'industria energetica sono sempre più evidenti, con alcuni che sostengono le politiche di Trump a favore dei combustibili fossili, mentre altri cercano supporto per tecnologie di riduzione del carbonio.

Le Opinioni dei Strategisti Conservatori

Il stratega conservatore Myron Ebell ha sottolineato che il sostegno delle compagnie energetiche alla riduzione delle emissioni di carbonio potrebbe essere in parte motivato dall'interesse a mantenere i prezzi del petrolio elevati, aumentando così i profitti. Ebell ha anche indicato che Trump potrebbe essere più incline ad ascoltare le opinioni delle compagnie petrolifere indipendenti piuttosto che quelle di Woods di ExxonMobil.

In conclusione, l'evoluzione della politica climatica negli Stati Uniti sotto la leadership di Trump potrebbe avere effetti significativi sull'industria energetica e sulle iniziative globali per il cambiamento climatico, con una crescente pressione sia interna che esterna per mantenere standard di sostenibilità e responsabilità ambientale.