🟨Norvegia valuta divieto temporaneo sul mining di criptovalute

Giorno: 21 giugno 2025 | Ora: 23:16 Il governo norvegese sta considerando un divieto temporaneo sul mining di criptovalute per liberare energia e risorse. Un'indagine in autunno potrebbe portare a restrizioni sui data center dedicati. I residenti, colpiti da costi energetici crescenti, hanno già chiesto la chiusura di queste operazioni. Altri paesi, come Russia e Cina, hanno già imposto restrizioni simili.
Il governo norvegese sta valutando un divieto temporaneo sul mining di criptovalute nel paese, con l'obiettivo di “liberare energia, capacità di rete e area per altri scopi.” In una comunicazione rilasciata venerdì, è stato annunciato che un'indagine si svolgerà in autunno, potenzialmente portando a un divieto temporaneo sui data center dedicati al mining. I funzionari hanno affermato di avere l'autorità per attuare tale divieto in base alla Legge sulla Pianificazione e Costruzione della Norvegia, che include disposizioni sull'allocazione dell'energia.
Nel comunicato si legge: “Non è certo quanto grande diventerà in futuro il problema del mining di criptovalute in Norvegia.” L'obbligo di registrazione nelle nuove normative sui data center fornirà una maggiore conoscenza sull'entità dei centri dati che si dedicano al mining di criptovalute. Come in molti paesi europei, i residenti norvegesi hanno affrontato costi energetici crescenti a causa della guerra in Ucraina e delle sanzioni che hanno colpito l'approvvigionamento di petrolio e gas nella regione. In precedenza, i locali avevano già chiesto la chiusura delle operazioni di mining a causa di problemi legati al rumore.
La Norvegia non sarebbe il primo paese a considerare un divieto sul mining di criptovalute. A gennaio, la Russia ha iniziato ad imporre un divieto in 10 regioni come parte di sforzi per limitare i blackout e ridurre il consumo energetico. La Cina, che era stata una delle principali fonti di mining di criptovalute fino al 2021, ha affrontato un divieto totale, spingendo molte operazioni a trasferirsi in stati americani come il Texas. Anche se i legislatori del governo statunitense hanno sollevato preoccupazioni riguardo all'uso dell'energia nel mining, questa pratica è ancora legale nella maggior parte delle giurisdizioni e stati, rendendo gli Stati Uniti uno dei maggiori contribuenti al tasso di hash globale di Bitcoin (BTC).