Mercato in rimbalzo tra record azionari ed esaurimento del settore tecnologico
Il mercato è crollato e poi si è ripreso giovedì: l’S&P 500, partito appena sotto nuovi massimi, ha chiuso a un ulteriore record sopra quota 6.900 dopo il taglio dei tassi atteso da tutti. Anche Dow Jones e Russell hanno toccato livelli storici, sostenuti dai comparti finanziario e dei materiali, mentre le big tech sono rimaste indietro. Il rosso del settore tecnologico è stato alimentato da segnali di esaurimento: Oracle, pur battendo le stime con una crescita del 34% dei ricavi cloud a circa 8 miliardi di dollari, è crollata dopo aver mostrato la necessità di costruire rapidamente 30 data center per far fronte a un portafoglio ordini da 500 miliardi, accumulando intanto ingenti debiti e sollevando dubbi tra gli investitori. Dopo la chiusura, Broadcom ha riportato un rialzo del titolo, offrendo un sollievo parziale al comparto. Intanto l’argento continua la sua corsa verticale, richiamando il rally del 1979.

Borse globali ai massimi grazie al taglio dei tassi della Fed
Le borse mondiali hanno toccato nuovi record, spinte dal taglio dei tassi della Federal Reserve e da una valutazione positiva dell’economia statunitense. L’MSCI All Country World Index è salito dello 0,2%, segnando un altro massimo storico, mentre lo S&P 500 ha avanzato con il VIX ai minimi da tre mesi. In Asia l’indice MSCI ha registrato un +1,3%, pur con un settore tecnologico in affanno, segnalando un ampliamento del rally che ha già portato i mercati globali a +21% nel 2025.

Il rally si amplia ma la tecnologia mostra cautela
Nonostante la spinta generale, la tecnologia ha continuato a sottoperformare. Broadcom è scesa nel dopo mercato a causa di previsioni di vendita inferiori alle attese, riflettendo i timori già sollevati dai risultati di Oracle. I futures dello S&P 500 sono rimasti stabili, mentre quelli sul Nasdaq 100 hanno segnato -0,1%. In Asia il Topix giapponese ha toccato nuovi massimi, sostenuto dai finanziari in vista di un probabile rialzo dei tassi della Bank of Japan. La Cina continentale ha invece perso terreno dopo che il governo ha confermato un supporto economico moderato per il 2026.

Fed ottimista, dollaro debole e rendimenti stabili
La Fed ha varato il terzo taglio consecutivo dei tassi, con Jerome Powell che ha evidenziato un miglioramento atteso dell’economia USA grazie alla minore pressione inflazionistica legata ai dazi. La banca centrale prevede ora una crescita del 2,3% nel 2026 e un’inflazione al 2,4%. Il dollaro è sceso ai minimi da due mesi e si avvia alla terza settimana negativa. I Treasury decennali sono rimasti stabili dopo un lieve rialzo, mentre le richieste di sussidi di disoccupazione negli USA sono aumentate più del previsto.

Pressioni sul settore tech e riduzione dell’esposizione azionaria
La flessione di Broadcom, dopo quella di Oracle, ha riacceso i dubbi sulle valutazioni elevate e sulla sostenibilità degli investimenti massicci in infrastrutture AI. Alcuni gestori, tra cui Legal & General Investment Management, hanno ridotto l’esposizione azionaria per timori legati all’“AI wobble” e all’incertezza sulle prossime mosse della Fed.

Materie prime in rialzo dopo la mossa della Fed
Il rame ha toccato un nuovo record, trainando al rialzo la maggior parte dei metalli industriali. L’oro è rimasto stabile dopo tre giorni di guadagni, mentre l’argento ha continuato a oscillare vicino ai massimi storici. Il petrolio è rimbalzato dai minimi delle ultime otto settimane.
