🟥 (Market Recap)"Prezzo dell'oro in calo a 3.680 dollari: attesa per il taglio dei tassi da parte della Fed"

🟥 (Market Recap)"Prezzo dell'oro in calo a 3.680 dollari: attesa per il taglio dei tassi da parte della Fed"

Giorno: 17 settembre 2025 | Ora : 04:33 Mercoledì, il prezzo dell'oro è sceso a circa 3.680 dollari l'oncia, dopo aver raggiunto un record di quasi 3.700 dollari, probabilmente a causa di prese di profitto. Nonostante ciò, la tendenza al rialzo resta, in attesa della decisione della Federal Reserve su un previsto taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, il primo dell'anno. Indicatori deboli sull'occupazione hanno alimentato le aspettative per ulteriori riduzioni, con tre tagli previsti quest'anno. Tuttavia, l'economia mostra segni di resilienza, con vendite al dettaglio in crescita. L'oro è aumentato di circa il 41% dall'inizio dell'anno, sostenuto da una forte domanda e dall'allontanamento dal dollaro.


Mercoledì, il prezzo dell'oro è sceso a circa 3.680 dollari l'oncia, probabilmente a causa di prese di profitto dopo che il metallo aveva raggiunto un nuovo record nella sessione precedente, testando la soglia dei 3.700 dollari.

Tuttavia, la tendenza generale al rialzo rimane intatta, poiché i mercati attendono la decisione di politica monetaria della Federal Reserve, che è ampiamente prevista per un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, il primo abbassamento dell'anno.

Dati più deboli sull'occupazione hanno evidenziato un indebolimento del mercato del lavoro, rafforzando le aspettative per ulteriori tagli, con i mercati che ora prevedono tre riduzioni per quest'anno.

Nonostante ciò, l'economia mostra segnali di resilienza, con le vendite al dettaglio di agosto in aumento dello 0,6%, mentre il gruppo di controllo principale è salito dello 0,7%, segnando il quarto mese consecutivo di crescita.

Gli investitori osserveranno anche il nuovo dot plot della Fed e la conferenza stampa del presidente Jerome Powell per ulteriori indicazioni.

Nel frattempo, l'oro è aumentato di circa il 41% dall'inizio dell'anno, sostenuto da una forte domanda da parte delle banche centrali, afflussi verso beni rifugio e un allontanamento dal dollaro statunitense in indebolimento.