🟥 (Market Recap)"Dollaro ai Minimi: Terza Settimana di Calo dopo il Taglio dei Tassi della Fed"

🟥 (Market Recap)"Dollaro ai Minimi: Terza Settimana di Calo dopo il Taglio dei Tassi della Fed"

Giorno: 12 dicembre 2025 | Ora: 17:57 L'indice del dollaro ha toccato minimi di due mesi a 98.3, segnando una terza settimana di calo mentre gli investitori analizzavano i commenti della Federal Reserve riguardo ai tassi per il 2026. La Fed ha ridotto i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli al 3.50%-3.75%, ma prevede ulteriori tagli l'anno prossimo. Dissensi tra i membri della Fed: Jeffrey Schmid avverte sull'inflazione alta, mentre Austan Goolsbee preferisce attendere dati prima di ulteriori riduzioni. Anna Paulson adotta una posizione più accomodante, evidenziando la debolezza del mercato del lavoro. Sviluppi globali contribuiscono all'indebolimento del dollaro.


L'indice del dollaro si è mantenuto vicino ai minimi di due mesi intorno a 98.3, registrando una terza settimana consecutiva di calo, mentre gli investitori valutavano i commenti della Federal Reserve e riconsideravano le prospettive sui tassi per il 2026.

Questa settimana, la Fed ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli al 3.50%–3.75%, segnando così la sua terza riduzione consecutiva, mantenendo però le aspettative per un ulteriore taglio l'anno prossimo.

Il presidente della Fed di Kansas City, Jeffrey Schmid, dissenziente, ha avvertito che l'inflazione rimane "troppo alta" e ha affermato che la politica dovrebbe rimanere moderatamente restrittiva. Anche il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, si è opposto al taglio, preferendo attendere ulteriori dati sull'inflazione, sebbene preveda più riduzioni dei tassi nel 2026 rispetto alla maggior parte dei suoi colleghi.

La presidente della Fed di Philadelphia, Anna Paulson, che entrerà a far parte della rotazione di voto del FOMC l'anno prossimo, ha adottato una posizione più accomodante, citando la debolezza del mercato del lavoro come una preoccupazione maggiore rispetto all'aumento dell'inflazione.

Sviluppi globali hanno inoltre messo sotto pressione il dollaro, con mosse restrittive in Australia, Canada e Europa, lasciando il dollaro destinato a indebolirsi ampiamente.