🌍 **Crisi nei Mercati Britannici: Vendite Massicce e Rendimento dei Titoli in Aumento**

Giorno: 2025-07-03 | Ora: 05:22:34 Il 2 luglio, i mercati britannici hanno subito una massiccia vendita, con il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni che è salito al 4,68%. Le borse hanno registrato cali, mentre il settore immobiliare è stato colpito. La sterlina ha perso valore, alimentando dubbi sulla gestione economica del governo Starmer e speculazioni sul futuro politico della ministra Reeves. Alcuni paragonano la situazione alla crisi del 2022, ma analisti avvertono che le attuali condizioni di mercato sono diverse.
Crisi nei mercati finanziari britannici
Il 2 luglio, i mercati finanziari britannici hanno subito un'improvvisa e massiccia vendita. I prezzi dei titoli di Stato nel Regno Unito sono crollati, portando a un'impennata dei rendimenti. Il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni è aumentato di ben 22 punti base, raggiungendo circa il 4,68%, il più grande incremento giornaliero dal fallimento del "mini budget" del governo dell'ex primo ministro Liz Truss nell'autunno del 2022. Anche i titoli a lungo termine hanno subito un colpo, con il rendimento dei titoli a 30 anni in crescita di circa 17 punti base, anch'esso il massimo dall'autunno 2022.
Calano le borse britanniche
Il mercato azionario britannico ha visto un calo generalizzato, con l'indice FTSE 100 che ha perso circa lo 0,1% e il FTSE 250 che è sceso dell'1,3%. Al contrario, altri principali indici europei come il CAC40 francese e il DAX tedesco hanno registrato guadagni, suggerendo che la tempesta di mercato fosse guidata principalmente da fattori interni britannici.
Impatto sul settore immobiliare
Le preoccupazioni per l'aumento dei costi di finanziamento hanno colpito duramente le azioni degli sviluppatori immobiliari nel Regno Unito. Persimmon Homes ha visto il suo valore scendere del 7,97%, Berkeley Group del 7,73% e Vistry Group del 3,88%.
Debolezza della sterlina
Il valore della sterlina ha subito un notevole indebolimento, scendendo di oltre l'1% rispetto al dollaro e toccando un minimo di 1,3589. Anche se nel pomeriggio il calo si è attenuato, la sterlina rimaneva ancora in ribasso di oltre 80 punti base nei confronti del dollaro. Lo stesso andamento si è registrato contro l'euro, con un ribasso vicino agli 80 punti base.
Incertezze politiche e reazioni di mercato
Le analisi di mercato hanno evidenziato che la debolezza della sterlina e l'aumento dei rendimenti dei titoli di Stato sono segnali di una crescente sfiducia degli investitori nella gestione economica del Regno Unito. Il 1° luglio, il governo guidato dal primo ministro Keir Starmer ha drasticamente ridotto il piano di tagli ai sussidi, lasciando un deficit di circa 50 miliardi di sterline nel bilancio. Questo ha sollevato dubbi su come il governo intenda colmare tale deficit.
Speculazioni sul futuro politico
La situazione si è aggravata il 2 luglio durante una sessione di domande al primo ministro, quando il leader dell'opposizione ha messo in discussione la idoneità della ministra delle Finanze, Rachel Reeves. La risposta del primo ministro non è stata decisiva, alimentando speculazioni sul futuro politico di Reeves e sulla possibilità di un cambio nella politica fiscale.
Ritorno alla crisi del 2022?
Alcuni osservatori hanno paragonato la performance di mercato di quel giorno alla crisi del "mini budget" del 2022. Gordon Shannon, gestore di un fondo, ha notato che il crollo dei titoli britannici ricorda i periodi di turbolenza sotto il governo Truss. La cancellazione dei tagli ai sussidi è vista come un segnale che il governo potrebbe non essere sufficientemente attento al mercato dei titoli di Stato, lasciando gli investitori preoccupati per una possibile ripetizione degli errori passati.
Condizioni di mercato diverse rispetto al 2022
Tuttavia, alcuni analisti avvertono che le attuali condizioni di mercato non sono del tutto paragonabili a quelle del 2022. Simon Blundell di BlackRock ha osservato che, a differenza del passato, il mercato non è attualmente in una situazione di vulnerabilità estrema, poiché non ci sono meccanismi di vendita forzata in atto, nonostante il calo significativo dei valori. L'attuale discesa è guidata principalmente da sentiment di mercato piuttosto che da fattori tecnici.