🟨"Cina: segni di apertura verso gli stablecoin"

Giorno: 11 luglio 2025 | Ora: 14:41 La Cina sembra rivedere le sue posizioni sugli stablecoin, con un incontro della SASAC che sottolinea l'importanza delle tecnologie emergenti. La Banca Popolare Cinese considera la possibilità di adottare stablecoin legati allo yuan, mentre ci sono speculazioni su un possibile allentamento delle restrizioni sulle criptovalute. Recenti polemiche legate a FTX hanno alimentato queste speculazioni, evidenziando che la detenzione di criptovalute non è vietata in Cina.
La Cina continentale, nota per le sue rigide regolamentazioni sulle criptovalute, sembra mostrare segni di un cambiamento di tono riguardo agli stablecoin, specialmente dopo recenti sviluppi a Shanghai. La Commissione per la Supervisione e l'Amministrazione degli Attivi Statali di Shanghai (SASAC) ha tenuto un incontro per discutere le risposte strategiche da adottare nei confronti degli stablecoin e delle valute digitali. Il direttore della SASAC, He Qing, ha sottolineato l'importanza di una maggiore sensibilità verso le tecnologie emergenti e di un potenziamento della ricerca sulle valute digitali.
Questa iniziativa sembra rispondere alle crescenti richieste da parte di aziende e operatori cinesi per lo sviluppo di uno stablecoin legato allo yuan cinese. La Banca Popolare Cinese (PBOC) ha iniziato a considerare l'adozione globale degli stablecoin, in particolare alla luce delle politiche statunitensi che mirano a rafforzare il potere del dollaro. Recentemente, il governatore della PBOC ha riconosciuto il potenziale trasformativo delle tecnologie emergenti nei sistemi di pagamento globali, intensificando le richieste di approvazione normativa per stablecoin supportati dallo yuan. Inoltre, media statali hanno suggerito che lo sviluppo di stablecoin dovrebbe avvenire quanto prima.
Nonostante la continua proibizione delle operazioni di trading di criptovalute in Cina, ci sono speculazioni sul fatto che il paese possa allentare le sue restrizioni. Alcuni rapporti indicano che la Cina sta accumulando segretamente Bitcoin, diventando potenzialmente il secondo maggior detentore dell'asset dopo gli Stati Uniti. Tuttavia, il governo cinese non ha mai ufficialmente reso note le proprie partecipazioni in Bitcoin.
Le recenti polemiche riguardanti i pagamenti locali derivanti dalla bancarotta di FTX hanno ulteriormente alimentato le speculazioni su un possibile cambio di rotta da parte della Cina nei confronti delle criptovalute. Un creditore cinese ha presentato un'opposizione a una richiesta di FTX per congelare le distribuzioni ai creditori in giurisdizioni straniere ritenute "potenzialmente ristrette", tra cui la Cina. Questo ha suscitato indignazione all'interno della comunità, poiché alcuni creditori cinesi sottolineano che in Cina non è mai stata vietata la detenzione di criptovalute.