🚨"Argentina: Miglioramento del Rating del Credito e Sfide Economiche"

🚨"Argentina: Miglioramento del Rating del Credito e Sfide Economiche"

Giorno: 19 luglio 2025 | Ora : 06:59 Moody’s ha migliorato il rating dell'Argentina, portandolo a Caa1, grazie all'allentamento dei controlli valutari e al supporto del FMI. Le politiche del presidente Milei hanno ridotto l'inflazione e si prevede un surplus primario nel 2025. Tuttavia, persistono preoccupazioni per le riserve di valuta e il supporto legislativo. I bond argentini restano in difficoltà.


La rating del credito dell'Argentina è stata migliorata per la seconda volta quest'anno da Moody’s Ratings, grazie all'allentamento dei controlli valutari e al sostegno del Fondo Monetario Internazionale. L'agenzia ha elevato il punteggio del paese di due gradini, portandolo a Caa1 da Caa3, allineandolo a quello di Egitto e Suriname. L'outlook è stato cambiato da positivo a stabile.

Questo miglioramento si verifica nel contesto degli sforzi del presidente Javier Milei per trasformare l'economia del secondo paese più grande del Sud America. Le sue politiche hanno contribuito a ridurre l'inflazione a meno del 2% mensile, con un tasso annuale che tocca i livelli più bassi dal 2020. Inoltre, si prevede un surplus primario nel 2025, il primo in oltre 15 anni, il che allevia il peso del debito.

Tuttavia, ci sono preoccupazioni riguardo alla necessità di accumulare riserve in valuta estera, in quanto le autorità hanno dichiarato che non procederanno fino a quando il peso non scambierà attorno al livello di 1.000 per dollaro, mentre attualmente è sopra 1.200. Un'altra preoccupazione chiave è se Milei riuscirà ad ampliare il suo sostegno legislativo durante le elezioni di metà mandato previste per quest'anno, che rappresentano una prova fondamentale per la campagna di austerità dell'amministrazione.

I bond in dollari dell'Argentina hanno mostrato performance inferiori rispetto ai loro pari prima dell'annuncio dell'upgrade, con le obbligazioni in scadenza nel 2035 che hanno perso 0,6 centesimi sul dollaro, scambiandosi attorno a 64 centesimi. Attualmente, tali obbligazioni offrono un rendimento dell'11,94%.